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tutto sembra senza limite

"Poiché non sappiamo quando moriremo, si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile; però tutto accade solo un certo num...

sabato 24 ottobre 2015

luna (Gëzim Hajdari)

Luna,
è fuggita anche questa stagione
senza un bacio
nella notte bianca.

Cielo,
è passato anche quest’anno
senza una ragione,
con la sete dei pozzi prosciugati
nelle nostre labbra nere.

Valle,
sta andando anche questo secolo
come un toro abbattuto,
con il Tempo che ci scivola tra le dita
e il canto del cuculo da collina a collina.

venerdì 9 ottobre 2015

da Monica ai suoi amici

Il papà di Monica (Maria Monica Donato), mi ha inviato questa poesia di Henry Scott Holland (1847-1918). Un regalo inaspettato, un pensiero gioioso pur nel ricordo di una persona che non è più tra noi, ma che è stata capace di creare legami forti, potenti.


La morte non è nulla. Non conta.
Me ne sono solo andata nella stanza accanto.
Non è successo nulla. Tutto resta esattamente come era.
Io sono io e tu sei tu e la vita passata che abbiamo vissuto insieme è immutata, intatta.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il vecchio nome familiare.
Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Sorridi, pensa a me e prega per me.
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima.
Pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
È la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Cos’è questa morte se non un incidente insignificante?
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontana, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Va tutto bene; nulla è perduto
Un breve istante e tutto sarà come prima.
E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo!

mercoledì 7 ottobre 2015

tribù (ppp)

Io so questo che i napoletani oggi sono una grande tribù che anziché vivere nel deserto o nella savana, come i Tuareg e i Beja, vive nel ventre di una grande città di mare. 

Questa tribù ha deciso – in quanto tale, senza rispondere delle proprie possibili mutazioni coatte – di estinguersi, rifiutando il nuovo potere, ossia quella che chiamiamo la storia o altrimenti la modernità. 

È un rifiuto sorto dal cuore della collettività contro cui non c'è niente da fare. Finché i veri napoletani ci saranno, ci saranno, quando non ci saranno più, saranno altri. 

I napoletani hanno deciso di estinguersi, restando fino all'ultimo napoletani, cioè irripetibili, irriducibili ed incorruttibili.

PPP

lunedì 5 ottobre 2015

dell'amore per i libri (commento minimo)

Si scherzava stamattina sulla spesa (a volte esosa) per i libri.
Alcune persone (tra cui chi scrive) hanno una necessità quasi fisica di leggere, come se fosse bere o mangiare. È noto che la lettura sia definita come il nutrimento dell'anima.

Detto questo, e lasciate da parte le problematiche personali, una piccola considerazione va fatta. In un paese serio, gli acquisti dedicati alla cultura personale e domestica (libri e musica, sostanzialmente) dovrebbero essere incentivati.

Sono stato liceale a Napoli negli anni 76-81 e ricordo che chi tra noi non aveva soldi, frequentava assiduamente le biblioteche, soprattutto quelle di quartiere che - anche in una città difficile come Napoli - abbondavano.
Oggi è difficile trovare questo tipo di funzione pubblica e i libri si devono comprare.
Nulla di male in tutto ciò, i tempi sono cambiati, ma credo che un piccolo sforzo un governo attento potrebbe farlo.
Ad esempio portando in detrazione nella dichiarazione dei redditi gli acquisti di libri e musica. Oppure riducendo il costo dei libri scolastici che ormai è diventato un paradosso tipicamente italico.
Oppure ancora dotando di un bonus a crescere per ogni libro in più che viene acquistato, . . .

Prima ho usato l'aggettivo domestico perchè un libro (o un cd) in una libreria domestica cessa di essere un oggetto squisitamente personale e diventa un'opportunità sia per chi vive in quella famiglia sia per chi ci passa per poche ore.

I miei amici francesi addirittura comprano di un libro l'edizione economica da leggersela sui mezzi pubblici e poi passano a quella rilegata solo se il libro vale; doppio acquisto.
Ma c'è anche da dire che nella metropolitana di Santiago del Cile, i passeggeri possono prendere libri in prestito in ogni stazione.

Insomma, se si vogliono mettere al centro l'educazione e la cultura, i mezzi ci sono.

Invece.